La ballata ha una particolare struttura. I sogni no. Le regole ci sono, rispondono al profondo interno, ma si può tutto. Anche se non si sta al passo, anche se si fanno solo capriole.
La ballata del prato celtico, un anno dopo.
Ho appena cantato, senza conoscer le parole
di notte, sotto la luna, tra i fili d'erba
c'è un cuscino sul muro merlato.
«Cosa ci fa lì? Non è ora di dormire»
Scavalco, sospinto dagli applausi.
È brullo, di un verde placido d'Irlanda.
Ma ritorno, perché è questo il mio palco.
In passeggio aperto, divago al chiuso
mi annoio, mi lancio, mi propongo.
Di notte, la ballata del prato celtico
è, oltre ogni recinto, un inaspettato tripudio.
No, sono solo capriole fatte in salone.
«Mamma, guarda come sono bravo!»
Mi lascio andare. E sono libero tra le mura.
Pedro de Montjuic
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La ballata del prato celtico
Nella notte, al chiaro di luna
tra i fili d'erba
la ballata sul prato celtico
è, oltre ogni recinto,
un inaspettato tripudio.
No, sono solo capriole fatte in salone.
«Mamma, guarda come sono bravo»
Improvviso.
E sono libero tra le mura.
Pedro de Montjuic
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