sabato 10 agosto 2019

Profumo di basilico


Dalle mie parti, al mercato si chiamano odori. Prima di pagare il conto mia madre chiede sempre un po' di odori. E il fruttivendolo mette nella busta colma di verdure un piccolo fascio di fusti e foglie variegate. Sedano, prezzemolo e basilico. Sono tutti degni stare in una buona cucina mediterranea, ma solo uno di questi è capace di andare oltre.

Sono seduto fuori al balcone. Con la calura si affacciano presto i ricordi. Le piante di basilico sono proprio vicino a me, nei vasi di coccio poroso, adagiate sul motore del climatizzatore. Basta distogliere lo sguardo dai fogli per immergersi nel loro profumo. Un profumo che illumina, capace di innescare un bagliore nostalgico. Ti porta indietro, lontano da casa.


Fa caldo ma sono al mare. Sto bene a Santorini, ma ci sono momenti in cui si sente la mancanza di casa. Cerco un appiglio, qualcosa che mi avvicini, senza tuttavia rinunciare al piacere di rimanere qui. La cucina è il mezzo migliore. Le foglie di basilico sono la soluzione.
Ho voglia di un piatto di spaghetti al pomodorino fresco. La pasta è in valigia, è quella ruvida, trafilata al bronzo. Il pomodorino l'ho strappato a questa terra vulcanica, regalo di un generoso contadino lungo la strada. Ma del basilico neanche l'ombra. I Greci lo usano poco in cucina, me lo aveva detto l'altra sera George, il proprietario dell'albergo. Storceva il naso quando insistevo che sulla pizza ci vuole il basilico fresco.


Sono arrivato in paese. Ecco un negozietto, vende souvenir e bottiglie di vino. Sul patio c'è una pianta profumata. È molto alta, ha un aspetto insolito e familiare allo stesso tempo. Mi incuriosce, così mi avvicino. Sono sorpreso: è una pianta di basilico, ma sembra più un cespuglio per le sue dimensioni. È basilico della varietà greca. Foglie piccole, sottili e simmetricamente bipartite. Posso staccare qualche foglia? Mi serve per cucinare. Il commerciante si stupisce della mia richiesta. Va bene, ma prendine poche, altrimenti si rovina. È una pianta ornamentale, la forma va rispettata. Io invece vado per la sostanza. Gli sono riconoscente, acquisto la bottiglia di una rinomata cantina dell'isola. Così torno a casa con del costoso vino, ma avere con sé delle foglie di basilico non ha prezzo.


Petros è un ospite gentile. La terrazza della sua struttura a Naxos è stata concepita per la convivialità. I tavoli occupano gran parte dello spazio. C'è anche una cucina ampia, messa a disposizione di tutti. Usala quando ti pare, mi dice. A terra c'è un lastricato in pietra, ma la terrazza è fresca perché si erge in cima a un collina ventilata che guarda languida la Chora con il suo Kastro e la Portara. Ma la magia sta nel contorno: ai lati ci sono aiuole colme di basilico riccio. Foglie rugose e frastagliate. Non ne ho mai visto così tanto nello stesso luogo... C'è un profumo immenso la sera, quando il caldo e il vento si placano e il terreno si inumidisce dopo l'innaffiatura. Anche qui faccio la solita richiesta. Posso prenderne un po'? Petros è gentile. Sorride, spalanca gli occhi e mentre parla, tra una parola e l'altra, lascia leggermente aperta la bocca. È l'espressione di chi è generoso. Prendine quanto ti serve! Accompagna le sue parole indicando le piante, mi invita ad avvicinarmi. Sono in estasi. Petros mi ha spalancato le porte del paradiso.



Ho viaggiato troppo, nel tempo e nello spazio. Eppure sono rimasto qui fuori, davanti ai libri e ai quaderni. E vicino alle mie piante di basilico.
Il basilico è reminescenza. È un rapido momento della memoria che viene come risvegliato e ritrovato attraverso un processo di purificazione della sensibilità. Proprio come il suo profumo. Impalpabile, evanescente, che corre sotto il naso.

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