venerdì 29 marzo 2019

Serifos - Diario di viaggio, ultima parte.

La costa nord e Moni Taxiarchon

Dirigersi a nord di Serifos non è difficile. Basta allontanarsi dal centro di Livadi, percorrere il lungomare - tratto sterrato incluso - e poi seguire le indicazioni per la spiaggia di Psili Ammos. Lungo questa strada fatta di curve che progressivamente raggiungono quota sempre più elevata, è possibile raggiungere tutte spiagge della costa orientale: Lia, Agios Sostis, Psili Ammos etc. Tuttavia, a causa del Meltemi (una corrente ventosa da nord che interessa le Cicladi nel mese di agosto) non ci è stato possibile visitare questi incantevoli approdi. Proseguendo, il Mare Egeo si mostra in tutta la sua gloria. L'isolotto di Serifoula, sebbene di piccole dimensioni, da qui pare un interminabile bastione, circondato da un mare gonfio di onde.


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Dopo circa mezz'ora di marcia si incontra Taxiarchon, un monastero ortodosso molto particolare risalente al XVII secolo. L'esigenza di difendersi dalle incursioni di pirati saraceni ha indotto i monaci a ergere una struttura fortificata che nasconde al suo interno un'oasi di tranquillità e raccoglimento spirituale. La porta di accesso, dalle dimensioni lillipuziane, si trova a un livello più alto rispetto alla strada, a riprova del fatto che qui non si prendevano alla leggera le scorribande dei Turchi. Adornato di piante officinali e alberi adombranti, il cortile lastricato dà accesso alle stanze dei religiosi, mentre la chiesa è posta al centro di questo fortino mistico. L'interno è ricco di opere di grande pregio, come mi è stato spiegato dal giovane monaco incaricato dal pope ad istruirmi in merito.



Makarios, l'anziano padre che ha dedicato l'intera sua vita a questo monastero, ha gli occhi scavati sul volto dall'incessante vento di Serifos. Una figura composta, dalla voce pacata ma decisa, solo in apparenza severa. Non parla inglese, ma si fa presto capire, dimostrando la sua accoglienza calorosa. Oltre ad avermi messo a disposizione il suo sottoposto, si è anche premurato di farmi assaggiare i lokum da loro preparati (sono caramelle zuccherate dalla consistenza gelatinosa).


 

 

Per tornare a casa, non è necessario fare inversione di marcia. Basta proseguire sempre verso nord, sulla stessa strada. Questa condurrà di nuovo verso Livadi, passando prima dalla Chora, di cui adesso parleremo.

La Chora


Arroccato groviglio di vicoli, la Chora è il cuore pulsante di tutta l'isola. Bastano dieci minuti di curve per arrivarvi da Livadi, quanto basta per godere di un panorama rilassante che gradualmente prende sempre più respiro. Sembra proprio che tutta l'isola si dia appuntamento qui la sera. Dopo cena la piazzetta del municipio è animata da un'atmosfera vivace. Una festa all'aria aperta, fatta di persone spensierate che sorseggiano il proprio drink sedute ai tavoli dei locali.


  

    
    

Basta fare qualche passo più avanti, tra i vicoli, per immergersi in una dimensione completamente diversa. Il silenzio è l'alleato ideale per contemplare la bellezza di questo borgo. Più si sale, più ci si innamora della sua compostezza.

 

Raggiunto il Kastro, ecco un nuovo cambio di stile. Aver improvvisato una passeggiata in tarda serata ha reso ancor più misterioso il labirinto di stradine quasi asfittiche per quanto sono strette. A non far mancare l'aria ci pensa il vento, il cui sibilo qui non è coperto dagli schiamazzi spensierati della piazza. Il punto più alto della Chora è la chiesa del castello. Da qui è possibile ammirare nella sua interezza il porto dell'isola. 
 
 


Ci è mancato poco che ci perdessimo nel silenzio della notte, anche se con facilità è stato possibile ritrovare il cammino.

Da Serifos passo e chiudo. Alla prossima isola!

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1 commento:

  1. Post davvero bello. Questa estate vorremmo andarci, a Serifos. Terrò a mente il tuo diario di viaggio.

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