Preludi, paesaggi, analogie.
Talvolta le analogie sono l'unico strumento per comunicare. Forse è quello che ha pensato di Suzanne chi ha scritto il diario. Quebbecchese piena di sorprese, direttrice di istinti primordiali, primo scombussolamento nel suo rapporto con le donne. Voglio pensare che abbia scritto lui il componimento che segue. Proprio a casa di Fanche, a Parigi, in uno dei palazzi di boulevard de Rochechouart. Lei è vicina, forse nell'edificio contiguo, forse è già partita per il Canada. Non la vede e non la sente, ma percepisce l'ascendente che ha su di lui. Ed ecco che scatta il processo creativo.
Boulevard de Rochechouart
Pulsione paracrina.
Non solo segnali
tra cellule vicine.
Oltrepassano muri
di palazzi vicini
che sembrano opporsi,
ma si desiderano
dietro quelle pietre.
Nessuna frase vola
dalle finestre aperte.
Nessuno sguardo dietro
i vetri dei balconi.
Incessanti acufeni.
Crollano certezze tra
i blocchi di cemento.
Non una ghiandola ama
Il suo eletto bersaglio.
Lo seduce, lontana.
Lo controlla, nascosta.
Dittatura ormonale:
dispaccio cadenzato,
accento delle carni.
Pedro de Montjuic
Pedro de Montjuic
Rinnovo il mio invito allo spettacolo "Storia di un corpo", basato sull'omonimo romanzo di Daniel Pennac, che si terrà venerdì 5 maggio presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli (Via S. Maria di Costantinopoli, 107). Venite a vederci, stanno venendo fuori delle cose molto belle... L'ingresso è gratuito.
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