Foto di Daameriva |
Chi conosce i giardinetti di via Ruoppolo sa bene che in questo periodo fiorisce l’albero di mimosa. Mentre passavo lì vicino, proprio sotto la luminosa pianta, vedo una coppia di adolescenti. In un attimo, lui raccoglie le energie ed esegue un balzo per afferrare un ramoscello fiorito con il suo arto prensile. Ritornato a terra, il romantico del cavernicolo porge il presente alla ragazza che, commossa, accoglie fra le mani la mimosa e
acconsente a un bacio alla francese. Cosa che appaga il giovane, le si avvinghia con l'eleganza di un grizzly.
acconsente a un bacio alla francese. Cosa che appaga il giovane, le si avvinghia con l'eleganza di un grizzly.
Poco dopo, mi ritrovavo in metropolitana. Ero appoggiato a uno dei pali del vagone, quando salgono due ragazzi, un’altra coppia di adolescenti. Alla ripresa della corsa, inizia una sorprendente conversazione sull’esistenza etica di Kirkegaard. In realtà è solo lei ad esplicare contenuti e argomentare il suo umile (ma solido) punto di vista. Seppur apparentemente ricettivo, lui rimane in silenzio ad ascoltare senza ribattere. Quello che gli riesce meglio è sfoggiare la tenerezza di Winnie the Pooh - tanto per rimanere in tema di orsi - avvicinando il viso a quello di lei. Le fa un sorrisetto, e parte di bacio all'eschimese.
In entrambi i casi, la protagonista è sempre la lei, la donna. Anche nel primo caso, in cui potrebbe sembrare il contrario. Sì, è vero... Il ragazzo ha inevitabilmente scatenato la mia disapprovazione. Un commentino a denti stretti, ma con voce udibile. Sarà stata l’omologia cromatica con la mimosa, così mi sono lasciato sfuggire “sembri una scimmia che prende la banana dall’albero!”.
In realtà è stata la ragazza a colpirmi. È stato lei il regista occulto di quel tripudio di scimmiesca sottomissione.
In realtà è stata la ragazza a colpirmi. È stato lei il regista occulto di quel tripudio di scimmiesca sottomissione.
In entrambi i casi, è la donna a dominare la scena. A dimostrare il controllo sul maschio decadente. Prima d’istinto, poi d’intelletto.
Oggi, giorno della festa della Donna, ho l'occasione di dichiararvi tutta la mia ammirazione. E anche la schiettezza: ora siete voi a contare di più. Anche se il perbenismo della parità di genere tenta ancora di trascinarsi la storiella del sesso debole, propaganda retrò che sopravvive solo grazie a una differente robustezza di genere. Robustezza fisica, sia ben chiaro. E i sostenitori della ideologia gender che tentano, quasi quanto i neomaschilisti metrosexual, di soffiarvi la scena appiattendo tutte le fisico-sociologiche divergenze.
A voi l'arduo compito di fare la differenza. Perché noi maschietti, in un mondo di genere, siamo ormai solo delle vaginae capitis senza speranza...
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