Se vuoi conoscere tutte le impressioni su Santorini, leggi il resto del mio diario di viaggio!
Stasera siamo saliti in cima alla caldera è abbiamo raggiunto il villaggio più in alto dell'isola, Imerovigli. Il nome deriva dall'unione di due parole: hemera, giorno; e vigla, vigilare. Tale zona era infatti la migliore per avvistare l'arrivo dei pirati. In effetti da questa posizione è possibile osservare l'intera caldera dall'alto, tenendo chiaro ogni suo punto.
Fra le tre punte di diamante dell'isola, Imerovigli è quella ad avermi maggiormente emozionato. In realtà è stata l'unica ad avermi stregato: Thira e Oia sembrano risplendere d'una bellezza costruita ad hoc per ammaliare i turisti. Non che tale centro sia sconosciuto al settore turistico. Anzi, se non fosse per le strutture ricettive sarebbe privo di un'anima. Qui tuttavia si respira estrema eleganza, rilassata compostezza e silenzio contemplativo. Ma soprattutto, i vicoli sono privi di commercio. Si cammina liberi per le strade, senza rimanere impantanati in folle statiche raccolte attorno ai souvenir.
Imerovigli è certamente l'erede spirituale di Positano nel mar Egeo. Per certi versi è anche superiore al paesino principe della Costiera Amalfitana. Qui non c'è traffico, trambusto di viandanti, non c'è corsa allo sfruttamento economico di ogni singolo angolo.
Ho detto ad Angela che quando saremo grandi, ma proprio grandi grandi, soggiorneremo ad Imerovigli per le nostre vacanze. Adesso non è cosa. Booking fa il cattivone.
Datemi una casetta di calce candida e splendente, un terrazzino, la jacuzzi e un calice di assirtiko.
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