giovedì 9 giugno 2016

Voci antiche del Vomero

Voci antiche del Vomero

Io la ringrazio, è stato gentile: ascoltare è molto più complicato!


Vive da cinquant'anni al Vomero. Porta con sé la storia di una Napoli antica, fatta di ricchi cugini, fortunati commercianti del Rettifilo poi caduti in malora. Mi piace immaginare le loro attività proprio come quelle della famiglia Priore in una celebre commedia di Eduardo.
La sua conoscenza del passato partenopeo non si ferma: si porta più indietro, prima ancora della lontana infanzia fieramente vomerese, destreggiandosi addirittura in napoleoniche congetture.

È tutto d'un pezzo, con la sua giacca principe di Galles dalle spalline pronunciate, la cravatta di seta splendente, la camicia in doppio ritorto fatta su misura. E ancora, un prezioso scudo all'ultimo dito, forse un dono paterno. La stessa mano mantiene una sigaretta accolta in un pronunciato filtro, che rende affascinante persino il tabacco aspirato da un vecchio paio di polmoni. Ah, quanta aria che hanno visto passare attraverso i respiri d'una vita! 

Il vecchio signore non sembra fermarsi con i suoi racconti, tanto che gli angoli delle labbra si fanno secchi. Ma non importa: è bel tempo, c'è l'allegria di un giorno di festa, quella della Repubblica, e il giovane ragazzo non è stanco d'ascoltare. Mantiene lo sguardo fisso negli occhi del Vomerese, sebbene le lenti solari siano così scure da non lasciar trasparire nemmeno l'ombra di quell'antica anima. Con la bocca leggermente aperta, quasi ad accennare un'aria sbalordita, gentile continua ad ascoltare l'elegante signore. In realtà, egli non sapeva che c'erano anche altri orecchi ad ascoltare stralci di quel nostalgico ma lucente discorso.

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